like a celtic bodhran..
Monday, October 31, 2005
Friday, October 28, 2005
Tuesday, October 25, 2005
Monday, October 24, 2005
vajont 9/10/63
Domenica 23/10/05.. una gita al Vajont..
Dal cartellone informativo ai lati di quel che ne rimane del lago:
una montagna se paragonata ad un essere vivente ci appare come un'entità mutabile ed inanimata;in realtà il paesaggio ha una sua vita , si trasforma e si rinnova continuamente.
In genere queste trasformazioni naturali avvengono in tempi lunghissimi e sono quindi impercettibili; a volte però si verificano delle modifiche repentine e di grande portata che diventano vere e proprie catastrofi se colpiscono l'uomo e le sue attività.
La frana del Vajont non è che il più recente e tragico capitolo della complessa e lunghissima storia di una montagna, durante la quale le rocce si formarono, vennero sollevate e quindi erose; in questa storia si possono anche rinvenire alcune delle cause che hanno preparato l'evento franoso.
165 milioni di anni fa, l'area del monte Toc e quella della valle del Vajont erano parte di una estesa scarpata sottomarina che fungeva da collegamento tra una zona di mare basso e una di mare più profondo (700-1000 m). In un primo tempo tale scarpata venne incisa da frequenti fenomeni franosi che trasportando verso il basso i materiali accumulati nel mare poco profondo, consentirono la formazione di rocce calcaree omogenee. In seguito, essendo divenuti gli eventi franosi sottomarini più rari e di modesta entità , i depositi si organizzarono in modo diverso:
sottili strati di calcare si alternarono ripetutamente a strati di argilla e fango carbonatico. La successione di rocce così creata è in genere un potenziale elemento di instabilità del rilievo: la frana del M. Toc , lasciando inalterato il basamento formato dalle rocce calcaree omogenee, ha coinvolto la fitta e disomogenea alternanza di calcari e argille. Queste ultime, inoltre, durante il moto della frana hanno agito da materiali lubrificanti favorendone lo scivolamento.
La valle del torrente Vajont mette in comunicazione l'ampio solco vallivo del Piave con la pianura friulana attraverso la val Cellina. E' una valle stretta caratterizzata da versanti scoscesi e dirupati. In corrispondenza a modesti ripiani, presenti sia sulla sponda destra che su quella sinistra del torrente, sorgono i paesi di Casso ed Erto e le borgate di Le Spesse, San Martino, Prada, Liron, La Pineda. A cavallo fra gli anni 50 e 60 a poche centinaia di metri a monte della confluenza con il fiume Piave, il torrente fu sbarrato da una diga per scopi idroelettrici. Tale impianto non entrò mai ufficialmente in funzione perchè il 9 ottobre 1963 una gigantesca frana colmò parzialmente il serbatoio , provocando una terribile ondata; i paesi lungo il lago e a valle della diga vennero rasi al suolo con un tragico bilancio di oltre 2000 morti.
A partire da circa 30 milioni di anni fa, i calcari e l' alternanza di calcari e argille vennero piegati , fratturati e successivamente sollevati in seguito all'azione di forze interne alla terra che diedero origine alla catena delle alpi. In seguito a tali sconvolgimenti, le rocce che andranno a costituire le pendici del monte Toc , divennero molto inclinate. Anche tale situazione determina una certa instabilità del rilievo : la superficie di distacco della frana venne a coincidere con il piano inclinato che sale dalla valle verso la cima del monte Toc.
Il sollevamento della catena alpina diede il via all'azione dei ghiacciai , delle acque, del vento e dei fenomeni franosi che, nel corso degli ultimi 2 milioni di anni , hanno variamente modellato i versanti, dando alla valle del Vajont (..disegno A) un aspetto simile a quello durante la costruzione della diga.
Nel giro di pochi anni, dal 57 al 63 la morfologia e il paesaggio della valle del Vajont vennero modificati radicalmente dall'azione dell'uomo e della natura. In un primo tempo le gole, i prati, i coltivi presenti sugli scoscesi versanti della valle vennero sepolti sotto circa 150 metri d'acqua del lago artificiale, successivamente la frana che si staccò dal monte Toc trasformò in un colle quello che era stato un tratto di valle (disegno b)
la frana:
Vajont 9 ottobre 1963, ore 22.45
"un sasso è caduto in un bicchiere colmo d'acqua e l'acqua è traboccata sulla tovaglia. Tutto qui. Solo che il bicchiere era alto centinaia di metri e il sasso era grande come una montagna, e di sotto , sulla tovaglia stavano migliaia di creature umane che non potevano difendersi! ".
D. Buzzati corriere della sera.
La frana che si staccò dalle pendici settentrionali del monte Toc aveva dimensioni gigantesche con un fronte superiore a 2 chilometri, una larghezza di diametro di 500 metri ed un'altezza di circa 250 m; essa trasportò a valle oltre 270 milioni di metri cubi di rocce e detriti.
E' come se su una superficie pari a 2000 campi da calcio, si riversasse uno strato di materiale alto circa 2,5 volte il campanile di S. Marco. Tale massa se venisse asportata da 100 camion , calerebbe di un mm al giorno: a tali ritmi, per rimuoverla tutta sarebbero necessari 7 secoli!!!!.
La frana aveva anche un'elevata velocità: circa 100 km/h.
Al momento del disastro l'altezza dell'acqua in prossimità della diga era circa 240 metri e il serbatoio conteneva poco più di un terzo dell'invaso totale. La forza d'urto della massa franata creò due ondate che si abbatterono: una verso monte spazzando via i paesi lungo le rive del lago; e una verso valle. Quest'ultima superò lo sbarramento artificiale, innalzandosi sopra di esso fino a lambire le case più basse del paese di Casso, poste a circa 240 metri dalla diga, si incanalò nella stretta gola del vajont acquistando sempre più velocità ed energia che all'uscita della gola era pari a 96 km/h per un'altezza di 70 m, si riversò nella valle del piave radendo al suolo il paese di Longarone e altri paesi vicini.
Le vittime del tragico disastro, che si compì in meno di cinque minuti, furono 2018.
la diga
già all'inizio del secolo alcune società private avevano intuito la possibilità di sfruttare in modo capillare le acque del bacino del piave per produrre energia elettrica.
Tra gli anni '30 e '60 vennero formulati e perfezionati progetti che portarono alla realizzazione di una serie di sbarramenti, laghi artificiali e relative centrali idroelettriche in più località lungo il percorso del fiume Piave e dei suoi principali affluenti. Venne avviata anche la costruzione di una complessa rete di condutture forzate che, collegando i vari invasi consentiva di sfruttare più volte la stessa acqua. In questa logica di utilizzazione razionale e capillare del bacino del Piave, la diga del Vajont assumeva un ruolo chiave:: essa riceveva infatti le acque provenienti da tutti i serbatoi situati nell'alta valle del fiume Piave, le quali venivano successivamente convogliate nel lago artificiale della val Gallina serbatoio di carico sovrastante la centrale di Soverzene.
Nel 1957 la società SADE ( società adriatica dell'elettricità) di Venezia presentò il progetto definitivo e diede il via ai lavori che furono completati nel 1959.
La diga, una costruzione ad arco alta 264,6 metri era nel suo genere la più grande del mondo. Dal 1960 la società costruttrice iniziò il collaudo della diga con il riempimento del serbatoio. Già il primo invaso mise in luce l'instabililtà delle sponde del lago e soprattutto della sponda sinistra che mostrava segni di movimento: alberi inclinati, fessure nel terreno e fenditure nei muri delle abitazioni. Inoltre il 4 novembre 1960 si staccò una frana che scivolò nel lago, mentre si delineò in alto una lunga frattura a forma di M che costituì la nicchia per il distacco della frana del 9/10/63.
In seguito a tali eventi vennero consultati i tecnici, i quali avanzarono l'ipotesi che potessero verificarsi altri distacchi. Vennero formulate due ipotesi sul possibile movimento : uno prevedeva franamenti successivi di modeste dimensioni, l'altro un unico grande scivolamento: ma quello che nessuno si aspettava era la rapidità e la violenza con cui il fenomeno avvenne.
Prima della frana il bacino accoglieva le acque del fiume omonimo e quelle del torrente Maè (val di Zoldo) e del Piave. Quest'ultime in caso di necessità potevano essere deviate, con un ponte-tubo esterno alla diga, al serbatoio di Val Gallina e quindi alla centrale di Soverzene.
Oggi le acque residue del bacino del Vajont vengono scaricate nella gola a valle della diga mediante una galleria by-pass. Le acque provenienti dai bacini artificiali a monte , grazie ad una galleria scavata dalla frana, sono convogliate nel lago della val Gallina.
Friday, October 21, 2005
Wednesday, October 19, 2005
Arte.. tostata
tempo fa quand'ero a dublino partecipai ad un gioco organizzato da un artista che faceva parte del fringe festival... consisteva nell'inserire in un tostapane posto in orizzontale uno fra i diversi tipi di pane che erano riposti nello scaffale(creamcracker,ryvita, cracottes, pancake, white bread, brown bread.,) scaldare il tipo di pane prescelto per circa 30 secondi e allo scadere del tempo misurare con un metro posto all'imboccatura del tostapane la distanza percorsa dal pane lanciato dal tostapane stesso..
qualche giorno fa ho ricevuto la seguente mail..:
"dear contestant,
thank you for your partecipation in the toaster long jump september games 2005,
held at IMMA, dublin. the games finished at 2nd of october and i belive they were a great success.
all entries have now been processed and results have been finalised.
you competed in the brown bread division with a jump 55cm.
you can check your division placement and your overall ranking within the competition at
http://www.sykon.net/toast/
thanks again for your partecipation
b.heffernan"
answers:
thank you very much.
I'm happy to know that i am competent at brown bread jump.. and i am so pleased to have partecipated on your games..but my name is loura or laura not loune..it's not at all.
loura
Saturday, October 15, 2005
Friday, October 14, 2005
Thursday, October 13, 2005
Wednesday, October 12, 2005
es ware notig
Es ware notig die Arbeit lassen und spazieren zu gehen..
wenigstens um nicht gestresst zu sein ,
um nicht nur das Aussergewohnliche sondern auch
der alltaglische zu schatzen..
Sarebbe necessario lasciare il lavoro e andare a passeggiare,
almeno per non essere stressati,
per non apprezzare soltanto lo straordinario
ma anche il quotidiano..
Sunday, October 09, 2005
sogno..
Beni abbes africa del nord.. chissà se un giorno potrò visitarla davvero..
immagini prese in prestito da
http://www.cons-dev.org/consdev/algerie/diaporama/
Saturday, October 08, 2005
foto, gente e bit..
Qualche giorno fa stavo riflettendo sul fatto che non ho ancora inserito in questo blog foto di persone ma solo paesaggi.. questo anche perchè per motivi di privacy, prima di inserirle dovrei chiedere il permesso al diretto interessato/a
Eppure quando cammino a piedi per le viuzze della mia città mi piace soffermare l'attenzione sugli altri soggetti che in quel momento stanno percorrendo il mio stesso tragitto.. e mi sono davanti..oppure su quei soggetti che stanno percorrendo la strada in senso contrario.. ma in questo caso è questione di un batter di ciglia e un sacco di particolari sfuggono..
Generalmente vengo "attratta" dal modo di camminare, dalla gestualità, dalla forma del corpo nel suo complesso( essere nel campo medico comporta apportare alcune modificazioni al tuo modo di vedere gli altri, le cose e soprattutto te stesso), dalle azioni che stanno compiendo..in questi casi mi piacerebbe avere a portata di mano la macchina fotografica ( poi nell'era tecnologica con le apparecchiature digitali è possibile scattare una serie pressocchè infinita di foto e poi cancellarle successivamente senza consumare soldi e pellicole ma solo bit.. strumenti utili per la sottoscritta che non è del mestiere.. forse un pò meno per i professionisti dove fuoco, teleobiettivo, ecc sono strumenti indispensabili per la buona riuscita di un'immagine..e poi volete mettere la pellicola fotosensibile ai noiosi bit 0 e 1 del ccd( apparecchio che converte l'immagine nel sistema binario di bit???..)
Friday, October 07, 2005
storie
Un giorno qualcuno mi disse che quando un uomo parla racconta sempre una storia..(l'importante è saperla cogliere... disse qualcun'altro..)
Come sarebbe diverso il mondo se l'inconscio si potesse esprimere liberamente e prendesse il posto delle regole, abitudini che regolano il nostro modo di essere e d'interagire.. credo che sarebbe un pò come vivere nell'anarchia
Thursday, October 06, 2005
Tuesday, October 04, 2005
obnubilamento..
Dublin, Ha'penny Bridge by night
OBNUBILAMENTO: termine clinico per descrivere lo stato di coscienza di una persona caratterizzato da rallentamento psicomotorio con disorientamento, attenzione ridotta, profonda confusione e sonnolenza che si alternano a fasi di eccitazione ed intensa agitazione... insomma è un pò come essere sotto l'effetto di qualche sostanza illecita... ed è così che mi sento oggi.. sarà anche colpa del tempo che anche in questa giornata mi ha regalato nuvole, pioggia, nebbia,grigio, ritagli di azzurro poi dinuovo nuvole, grigio, pioggia...sarà anche il fatto che io non posso rimanere chiusa in casa per un'intera giornata.. ne va della mia salute fisica e mentale!! finalmente verso sera il cielo si è un pò stabilizzato e sono riuscita ad uscire un attimo con la mia fidata bicicletta.. ma domani che tempo farà.. le previsioni dicono che si replica...
Monday, October 03, 2005
due muri a confronto
Berlin 2001.. quello che ne rimane del muro..( a fragment of wall)
Belfast 2005 north ireland, catholic area ( irlanda del nord.. quartiere cattolico)
"Il muro di Belfast" mi ricordava tanto quello di Berlino.. anche se qui la questione è anche religiosa (fra protestanti e cattolici) e non solo politica..
E chissà quanti muri ancora verranno costruiti nel mondo..